Bilancio di un anno ferroviario in FVG e sogni per il futuro


Un bilancio di fine anno
Il 2014 si avvia alla conclusione, è tempo di bilanci e di preparazione per le novità che i viaggiatori avranno di fronte nel medio lungo periodo.
Il 2014 è stato caratterizzato dall’entrata in vigore nel dicembre 2013 del nuovo orario cadenzato, che prevede orari più semplici da ricordare, tempi di percorrenza più brevi, maggiori corse sulla Udine – Cervignano – Trieste.
La regione FVG ha lanciato questo orario nella prospettiva di messa in circolazione dei nuovi ETR 563 Civity in sostituzione delle Ale 801/803, gli elettrotreni attualmente più vecchi nel panorama ferroviario regionale.
Purtroppo questa operazione non ha avuto luogo e questo ha causato numerosi problemi in termini di ritardi e soppressioni nel corso dell’anno.
Le Ale infatti hanno circa 40 anni di servizio sulle spalle, non sono piú in produzione e pertanto le operazioni di manutenzione sono sempre piú onerose per l’impresa ferroviaria che le gestisce.
L’orario cadenzato tuttavia ha registrato problemi anche per quanto riguarda la costruzione dell’orario in sé.
Assumendo Udine come nodo di interscambio ferroviario, le ripercussioni sono state molteplici.
Da una parte i viaggiatori del capoluogo udinese hanno maggiori connessioni verso Trieste Cervignano e Carnia, dall’altra i passeggeri provenienti da Pordenone o dall’Alto Friuli devono in un caso cambiare treno a Udine, nell’altro subire soste anche di 20 minuti nella medesima stazione. Se è vero che non sempre occorre cambiare treno a Udine, è provato che molto spesso i pendolari pordenonesi che devono arrivare a Trieste per le 9 hanno visto partire il treno che doveva attenderli. Una falsa coincidenza che ha fatto infuriare, a ragione, questi viaggiatori.
Per quanto riguarda la situazione udinese, la linea di cintura che parte da Bivio Vat e passa per Laipacco, uscendo a Udine parco e Udine, pare sia stata ultimata, i treni merci sono deviati su questa tratta e rimangono quindi i treni regionali passeggeri che entrano nella stazione udinese per la linea storica, generando lamentele ler i tempi di chiusura dei passaggi a livello.
A questo punto si dovrà decidere se deviare tutto sulla linea di cintura, allungando sensibilmente i tempi di viaggio verso e da nord, oppure lasciare il traffico passeggeri sulla linea storica, investendo su tecnologie più moderne che regolino più efficientemente i cinque passaggi a livello.
La stazione di Udine è gravemente lacunosa dal punto di vista dell’accessibilitá, ai binari si accede solo con le scale, non ci sono ascensori, non è indicato chiaramente il centro cittadino nella segnaletica, il passaggio pedonale antistante la stazione disturba pesantemente il traffico urbano nelle ore di punta. Ci vorrebbero investimenti per riqualificare l’area, costruendo la naturale prosecuzione dell’attuale sottopasso fino all’uscita nel marciapiedi di via Roma: le banchine dei binari dovrebbero essere portate a livello di salita/discesa dei treni e un centro informativo turistico dovrebbe essere aperto nell’atrio della stazione per almeno 12 ore al giorno.
Se vogliamo capire cosa puó essere una stazione moderna, invito tutti a visitare la vicina Villach Hauptbahnhof.
Il sottopasso di più recente costruzione va invece risanato nel tratto di competenza (presumo) dell’autostazione, ove sono soliti bivaccare giovani che in opposizione al sistema credono sia giusto allordare scientemente il sottopasso con scritte, rifiuti e pisciate, per la gioia dei passeggeri che si trovano a dover transitare in questa oasi di degrado e scarsa sicurezza.
Sognare non fa male, l’idea di trasformare l’area Safau in una naturale estensione della stazione ferroviaria e dei pullman potrebbe garantire una intermodalità oggi poco attraente. Gli spazi per un gran bel progetto ci sono, la stazione ferroviaria attuale potrebbe essere arretrata e lo scalo sacca essere rivitalizzato di nuove funzioni. Ma questi sono sogni per i quali ci vogliono investimenti considerevoli e una volontà di puntare sul trasporto pubblico locale nello stile dell’Alto Adige. Ci vogliono anni di educazione alla mobilità sostenibile e tariffe adeguate ai nostri tempi.
Per rimanere in tema di educazione alla mobilità serve ricordare il numero di stazioni chiuse nel 2014: Lumignacco, Santo Stefano Udinese, Risano, Santa Maria La Longa, Strassoldo, Ronchi dei Legionari Sud, Redipuglia, Mossa, Capriva, l’intera linea Gemona Sacile (da quasi tre anni ormai). Forse dimentico qualche fermata e me ne scuso, da sottolineare che per le stazioni tra Udine e Cervignano le proteste sono state talmente flebili che la chiusura è passata senza colpo ferire, al contrario della Gemona Sacile e degli indomiti cittadini di Mossa e Capriva. Fa sorridere la chiusura di Redipuglia proprio a ridosso del centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, ma non siamo qui per attivare linee solo per treni storici, noi vogliamo treni passeggeri!
Le stazioni minori aperte sono state private dei servizi essenziali, niente bagni per esempio, fulgido esempio di rara civiltà.
Non possiamo infatti sostenere che le nostre ferrovie regionali siano progettate attualmente anche in funzione del tempo libero, ma in gran parte per il trasporto pendolari da lunedí a venerdì. Luoghi di grande rilievo internazionale sono irraggiungibili via treno il sabato e la domenica, ad esempio la città fortezza di Palmanova,la cui stazione peraltro dista circa due chilometri dal centro e non è collegata!!! Non si tratta tuttavia di collegare le localitá con due corse giornaliere, ma di offrire un servizio capillare, promosso commercialmente (affidandosi a professionisti del marketing), con frequenze comode. Ricordo solo che da Trieste l’ultimo treno parte alle 22.16, motivo per il quale è improponibile passare una serata se non andando in auto.
Le tariffe poi sono una sventura. Non esiste tariffa unica integrata regionale tra gomma e ferro e non esiste, lo ripeto ormai da un decennio, una tariffa weekend agevolata per famiglie, piccoli gruppi. Faccio alcuni esempi, uno per la Ferrovia Udine Cividale relativa al servizio Micotra Udine Villach e una per la Udine Trieste con Trenitalia.
Il Micotra è un servizio ancora sotto utilizzato, i dati sono evidenti, è però un collegamento transfrontaliero strategico e fondamentale che va sostenuto dalla regione FVG e definitivamente integrato nel futuro contratto di servizio.
Una coppia di adulti non può spendere 52 € per A/R da Udine a Villach, sceglie per forza l’automobile, perchè costerà meno ed è più versatile in termini di orari. Il Micotra parte alle 7.07 o alle 15, è vero ci sono gli Intercitybus, ma se vogliamo sfruttare la ferrovia Pontebbana, dobbiamo lanciare treni, far pagare meno e cercare di riempirli. Ci vuole marketing territoriale, ma fatto per ottimizzare ricavi e servizi, non tanto per fare!!!
Sulla Udine Trieste il discorso è uguale, in giornata sono quasi 17€ a persona, in due cosa scegliereste? E attenzione, ora tra i competitori troviamo anche il sevizio blablacar!
Ciò che fa arrabbiare è osservare come i tempi della politica siano sfalsati rispetto ai tempi delle scelte di mercato. Investire su infrastrutture esistenti, potenziare l’offerta di mobilità su ferro e gomma per creare maggiore domanda devono essee azioni che richiedono investimenti forti e una coesione d’intenti sia da politica che di opinione pubblica, non si puó ottenere risultati di eccellenza, come l’Alto Adige insegna, senza crederci. Questo vale poi sia per il trasporto passeggeri che merci.
Per concludere, molti sono gli interventi urgenti da eseguire, cerco di riassumerli:
– raddoppio Udine – Cervignano
– apertura linea Udine – Cervignano nei giorni festivi con corse frequenti e biglietti studiati per viaggi di coppie, piccoli gruppi, cani e biciclette
– ripristino stazioni intermedie (almeno una parte) e reale cadenzamento, alternando treni veloci a treni locali ma performanti (nuovi Civity)
– urgente messa in servizio dei dieci treni CAF Civity
– urgente apertura della stazione intermodale di Ronchi Aeroporto (prima che questo chiuda definitivamente)
– maggiori collegamenti con stazioni Alto Friuli e almeno raddoppio collegamenti transfrontalieri con Villach, da inserire in contratto di servizio. Di conseguenza, maggiore utilizzo della cattedrale nel deserto di Tarvisio Boscoverde.
– attivazione collegamenti transfrontalieri con la Slovenia, riattivazione ferrovia Transalpina e stazioni di Villa Opicina, Aurisina, Prosecco. Riattivazione della stazione Trieste Campo Marzio per i collegamenti transfrontalieri con Muggia e Capodistria
[continua…]

Informazioni su Marco Chiandoni

Curioso, amo scoprire il territorio dove vivo, vagabondando senza troppi pensieri e progetti. Amo le ferrovie, il viaggiare lento, l'amicizia, la compagnia e le goliardate. Corrispondente freelance per International Railway Journal e bibliotecario, pratico la scrittura per condividere alcune esperienze e riflessioni.
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4 risposte a Bilancio di un anno ferroviario in FVG e sogni per il futuro

  1. Piernicola Machin ha detto:

    Unendomi ai migliori auspici per un futuro un cantileno più roseo, mi premeva portare l’attenzione sulla linea TS-VE, purtroppo la cosa più avvilente è che i disagi di noi pendolari vengono tenuti in scarsissimo conto, infatti la dimostrazione palese di questo atteggiamento irritante e spiacevole da parte vuoi di Trenitalia, vuoi della Regione Autonoma FVG, è l’assenza di un canale di dialogo che preveda interlocutori autorevoli e seri, che non siano dei pinocchio di turno, sempre molto impegnati a parole, come da protocollo tutto penosamente italiano e sempre più incapaci di qualsivoglia azione di miglioramento concreto delle condizioni del trasporto pubblico locale, a partire dall’istituzione del famigerato orario cadenzato, sul quale nessun pendolare è stato interpellato: come da buona tradizione siamo sempre trattati quali sudditi.
    A tal proposito, al di là degli onirici vagheggiamenti di assessori, governatori e congeneri, non più attendibili degli oracoli e dei cartomanti di antica e recente memoria (certamente i nuovi ETR arriveranno…prima o poi… ma il quando resta Mistero), quel che infastidisce maggiormente è il costante peggioramento dello stato delle carrozze (leggi qui: pulizia e decoro, clima ostile a dir poco con temperature spesso inaccettabili) e l’aumento di disservizi spesso nemmeno annunciati, unitamente alla costanza nei ritardi : faccio notare che ad esempio il treno Ud-Ve 11011 che dovrebbe partire da Udine alle 6:31, parte nel 98% dei casi in media con 10 minuti di ritardo per dare la precedenza all’reuronight proveniente da Vienna), sarebbe cosa migliore modificare l’orario di partenza più ONESTO e realizzabile cioè 6:41, in maniera tale che le persone si possano regolare in maniera adeguata ed eventualmente dormire qualche minuto in più e smetterla di prendere le persone per i fondelli.
    Al posto dei satirici “trenitalia si scusa” caro assessore Santoro, cerchiamo di fare come in Veneto: quantifichiamo i ritardi ed i disagi fatti subire ai pendolari che pagano (e profumatamente in confronto al resto del Paese) per avere un servizio e rifondiamoli in parte dei quattrini derubati!! Meno chiacchiere e più fatti! Correte il rischio di non perpetuare la figuraccia a cui siete ormai adusi da troppo tempo!

  2. max187ho ha detto:

    Buonasera e Auguri…In tutti i sensi. Vorrei con tutto il cuore veder realizzati tutti questi progetti nel prossimo 2015, ma questo è solo un sogno di un grande appassionato, che quotidianamente si scontra con la realtà di treni, anche frequenti sebbene in orari non del tutto azzeccati, sconsolatamente VUOTI. Cito la vicina Treviso – Portogruaro su cui osservo ogni giorno convogli A/R con utenza pari a zero o quasi. Purtroppo i treni costano, e tanto, costano molti soldi pubblici perciò DEVONO ESSERE RIEMPITI. Ma questa bella abitudine di viaggiare in treno non appartiene al ricco Nord Est, roba da poveracci. Meglio sciropparsi nervosi e ore di coda in auto, ostentando l’ultimo modello di Suv o di Utilitaria Cool, piuttosto di un anonimo, plebeo viaggio in treno… Questa è la realtà. Poco fanno i vari cadenzamenti o treni supermoderni. Si deve cambiare la testa della gente e le sue abitudini. Ma qui è tempo perso. L’Alto Adige è un’altra realtà :il senso del Pubblico e Civico è insito già nelle famiglie prima che nelle Istituzioni, famiglie che sebbene Italiane parlano e PENSANO IN TEDESCO! Un altro mondo. Basta proprio farsi un giretto nella vicina Villach per osservare il pensiero TEUTONICO. PRENDIAMO IL TRENO. Usiamoli questi treni perché se non li usiamo ce li tolgono, giustamente. Se viaggiano vuoti sono inutili, con costi inutili. Volete i treni? Intanto cominciate a riempire quelli che ci sono. Quanti di Voi hanno usato il bel trenino della Pedemontana di domenica?? Con la bici? E il Micotra? Quanti, come me, si sono alzati alle cinque e mezza, almeno sette volte negli ultimi tre mesi- e sappiate che abito a 80 km da Udine… – per prendere il Micotra delle 7.09 di domenica? Buon Viaggio in questo 2015 ovviamente in TRENO! Auguri a tutti. MAX187HO

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